La fotografia come strumento di valorizzazione: “Hospitalia” e il riuso del patrimonio ospedaliero
“Hospitalia” è un progetto fotografico in itinere che indaga il tema dei luoghi della cura. Gli ospedali antichi intesi come monumenti sociali – vere e proprie città nella città – siti di accoglienza comunitaria.
E’ un lavoro che parte dall’architettura, a scale diverse, fino al punto in cui diventa riflessione territoriale, per poi allargarsi a questioni economiche e sociali, senza voler nascondere il lato profondamente umano collegato alla cura.
E’ il progetto che, maggiormente, mi ha consentito di mettere a fuoco un processo di lavoro – a cavallo di architettura e fotografia – utile a far emergere un tema connesso alla città e al territorio e poi orientarlo verso iniziative di valorizzazione. Che con “Hospitalia” ho applicato al patrimonio sanitario ma che, in egual misura, potrebbe essere utilizzato per tematiche di attualità come, ad esempio, la dismissione dei beni ecclesiastici o la dismissione commerciale.
Grazie a questa indagine, iniziata in Francia nel 2012 e poi proseguita in Italia e Belgio, e grazie al linguaggio della fotografia, è stato relativamente semplice – molto più che attraverso scritti specialistici o saggi – far crescere nell’opinione pubblica in Italia la consapevolezza circa il valore dell’immenso patrimonio ospedaliero oggi in dismissione. E suggerire modalità per il riuso di queste architetture.
L’indagine fotografica “Hospitalia”, infatti, non è un lavoro di denuncia. Al contrario, è un progetto che vuole puntare sul valore dei luoghi fotografati, anche se abbandonati, per evidenziarne le potenzialità in relazione alle comunità locali e al territorio.

E diversi sono i siti che hanno recentemente realizzato progetti di valorizzazione. Pensiamo all’antico ospedale di Sant’Andrea in Vercelli, oggetto di un programma pluriennale di recupero, di cui si è conclusa una prima fase con l’insediamento, negli edifici restaurati, grazie a cofinanziamento su fondi europei, della biblioteca per i ragazzi, di un polo gastronomico e per eventi, di sedi per associazioni. La storia del restauro è sintetizzata dal mio lavoro fotografico in questo volume, ormai esaurito, edito da Silvana Editoriale.
“Hospitalia” non ha la presunzione di tramutarsi in progetti di riuso e recupero o di valorizzazione ma, da subito, attraverso mostre, convegni, workshop, conferenze, ne ha accompagna la realizzazione e, a volte, ne ispira la nascita e la programmazione, amplificando intuizioni già in atto e dandone visibilità.
Emblematico, in questo senso, il lavoro fatto con la Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano che ha ospitato nel 2014 una mostra e un convegno e che, nel marzo 2019, ha inaugurato un percorso museale volto alla valorizzazione del suo patrimonio.

L’indagine fotografica, iniziata dagli antichi ospedali, si focalizza, ora, anche all’architettura sanitaria del Novecento, come nel caso specifico della città di Alessandria dove il progetto, in partnership con l’Azienda Ospedaliera Nazionale SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo, ha stimolato un dibattito sul valore dell’insieme dei beni progettati da Arnaldo e Ignazio Gardella, oggetto recentemente di iniziative di recupero.
Il valore dell’indagine fotografica in corso non si limita alla puntuale valorizzazione dei singoli luoghi fotografati ma va riconosciuto nella dimensione sovra locale che il progetto ha saputo definire, mettendo in rete una cinquantina di enti e istituzioni che, a livello europeo, si occupano di questo patrimonio, varcando, dunque, i confini nazionali. E così, le ultime tappe dell’esposizione fotografica “Hospitalia” hanno toccato importanti siti europei: ad Arles l’esposizione si è tenuta, nell’aprile 2017, presso l’Espace Van Gogh e il Museo della Camargue, a Lessines, in Belgio , dal settembre 2018 al febbraio 2019 il lavoro ha preso la forma di un’installazione ad hoc per gli spazi esterni del museo di Notre Dame à la Rose e, ora, a Siena, è ospitata presso il più antico ospedale d’Europa, ossia il Santa Maria della Scala.
Se vuoi scoprire di più sul mio progetto oppure ospitare Hospitalia, contattami!